Ugo il Peccatore: Lettera ai Cavalieri di Cristo nel Tempio di Gerusalemme.
Commento di Helen J. Nicholson
“Ugo il Peccatore ai Cavalieri di Cristo nel Tempio di Gerusalemme, la cui devozione li renda desiderosi di santificare se stessi vivendo una vita religiosa. Combattete e vincete, e riceverete la corona in Cristo Gesù Nostro Signore”
Data: probabilmente 1119-1135. L'identità dello scrittore è sconosciuta. Potrebbe essere il teologo Ugo di San Vittore, o potrebbe essere Ugo di Payns, primo maestro del Tempio, anche se la qualità del latino è ritenuta essere troppo povera per Ugo di San Vittore e troppo buona per un cavaliere come Ugo di Payns. Lo scrittore ha una buona conoscenza della Bibbia, che suggerisce una educazione nella Chiesa, ma si oppone anche all'idea tradizionale cristiana che l'unico modo per conquistare la salvezza è entrare in un monastero. Egli sostiene che la vita attiva è altrettanto gradita a Dio, come la vita contemplativa. Ciò suggerisce che l'autore è un cavaliere.
Lo scrittore inizia sollecitando i Templari a rimanere nella loro attuale vocazione. Citando testi biblici, egli spiega che la loro funzione è essenziale per la Cristianità, il "corpo di Cristo".
Egli continua a spiegare che il diavolo sta cercando di minare la loro vocazione, suggerendo che le loro motivazioni sono sbagliate. Egli giustifica la loro presa del bottino confrontandoli con i predicatori, che sono pagati per predicare il Vangelo.
Non essendo riuscito a minarli in questo modo, il diavolo tenta allora di convincerli che la loro vocazione ha un valore meno spirituale di altre vocazioni. Se vogliono progredire nella vita spirituale, essi dovrebbero partire ed unirsi a un ordine contemplativo, dice il diavolo.
L'autore fa notare che ciò che conta è il genere di vita che si conduce nell'ordine in cui si è già, non quale sia l'ordine in cui ci si trova.
Lo scrittore sostiene un caso convincente a sostegno della vita religiosa attiva, inusuale per questo periodo, quando la vita contemplativa (una vita di meditazione senza parole e preghiera silenziosa) era l'ideale cristiano.
Discutendo ancora contro la credenza comune, il nostro scrittore dichiara che il vero cristiano può trovare la calma e la pace necessarie nell'attività della vita.
I Templari non devono pensare che Dio non riconosca i loro sforzi, soltanto perché i Cristiani in Europa occidentale sembrano averli dimenticati.
Egli continua a spiegare che il diavolo sta cercando di minare la loro vocazione, suggerendo che le loro motivazioni sono sbagliate. Egli giustifica la loro presa del bottino confrontandoli con i predicatori, che sono pagati per predicare il Vangelo.
Non essendo riuscito a minarli in questo modo, il diavolo tenta allora di convincerli che la loro vocazione ha un valore meno spirituale di altre vocazioni. Se vogliono progredire nella vita spirituale, essi dovrebbero partire ed unirsi a un ordine contemplativo, dice il diavolo.
L'autore fa notare che ciò che conta è il genere di vita che si conduce nell'ordine in cui si è già, non quale sia l'ordine in cui ci si trova.
Lo scrittore sostiene un caso convincente a sostegno della vita religiosa attiva, inusuale per questo periodo, quando la vita contemplativa (una vita di meditazione senza parole e preghiera silenziosa) era l'ideale cristiano.
Discutendo ancora contro la credenza comune, il nostro scrittore dichiara che il vero cristiano può trovare la calma e la pace necessarie nell'attività della vita.
I Templari non devono pensare che Dio non riconosca i loro sforzi, soltanto perché i Cristiani in Europa occidentale sembrano averli dimenticati.
Pubblicato da Tradizione Templare il 4.12.10
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Hugo Peccator : Lettre aux Chevaliers du Christ au Temple de Jérusalem.
Commentaire de Helen J. Nicholson
"le pécheur aux Chevaliers du Christ dans le Temple de Jérusalem, dont la dévotion les rend désireux de se sanctifier en menant une vie religieuse. Combats et gagne, et tu recevras la couronne en Christ Jésus Notre Seigneur "
Date: probablement 1119-1135. L'identité de l'écrivain est inconnue. Il pourrait être le théologien Hugues de Saint-Victor, ou il pourrait être Hugues de Payns, le premier maître du Temple, bien que la qualité du latin est considéré comme trop pauvre pour Hugues de Saint-Victor et aussi bon cavalier que Hugues de Payns. L'écrivain a une bonne connaissance de la Bible, ce qui suggère une éducation dans l'Église, mais s'oppose également à l'idée chrétienne traditionnelle que la seule façon de conquérir le salut est d'entrer dans un monastère. Il soutient que la vie active est tout aussi agréable à Dieu que la vie contemplative. Cela suggère que l'auteur est un chevalier.
L'écrivain commence par exhorter les Templiers à rester dans leur vocation actuelle. Citant des textes bibliques, il explique que leur fonction est essentielle pour le christianisme, le «corps du Christ».
Il continue en expliquant que le diable essaie de saper leur vocation, suggérant que leurs motivations sont fausses. Il justifie leur prise du butin en les comparant aux prédicateurs, qui sont payés pour prêcher l'évangile.
N'ayant pas réussi à les saper de la sorte, le diable tente alors de les convaincre que leur vocation a une valeur moins spirituelle que les autres vocations. S'ils veulent progresser dans la vie spirituelle, ils devraient commencer et se joindre à un ordre contemplatif, dit le diable.
L'auteur souligne que ce qui importe, c'est le genre de vie qui se déroule dans l'ordre où nous sommes déjà, et non pas l'ordre dans lequel nous nous trouvons.
L'auteur soutient un argument convaincant en faveur de la vie religieuse active, inhabituel pour cette période, lorsque la vie contemplative (une vie de méditation sans voix et de prière silencieuse) était l'idéal chrétien.
Arguant toujours contre la croyance commune, notre écrivain déclare que le vrai chrétien peut trouver le calme et la paix nécessaires dans l'activité de la vie.
Les Templiers ne doivent pas penser que Dieu ne reconnaît pas leurs efforts, juste parce que les chrétiens d'Europe occidentale semblent les avoir oubliés.
Il continue en expliquant que le diable essaie de saper leur vocation, suggérant que leurs motivations sont fausses. Il justifie leur prise du butin en les comparant aux prédicateurs, qui sont payés pour prêcher l'évangile.
N'ayant pas réussi à les saper de la sorte, le diable tente alors de les convaincre que leur vocation a une valeur moins spirituelle que les autres vocations. S'ils veulent progresser dans la vie spirituelle, ils devraient commencer et se joindre à un ordre contemplatif, dit le diable.
L'auteur souligne que ce qui importe, c'est le genre de vie qui se déroule dans l'ordre où nous sommes déjà, et non pas l'ordre dans lequel nous nous trouvons.
L'auteur soutient un argument convaincant en faveur de la vie religieuse active, inhabituel pour cette période, lorsque la vie contemplative (une vie de méditation sans voix et de prière silencieuse) était l'idéal chrétien.
Arguant toujours contre la croyance commune, notre écrivain déclare que le vrai chrétien peut trouver le calme et la paix nécessaires dans l'activité de la vie.
Les Templiers ne doivent pas penser que Dieu ne reconnaît pas leurs efforts, juste parce que les chrétiens d'Europe occidentale semblent les avoir oubliés.
